Questo mese sono uscite in vendita molte tipologie di hard disk esterno, tutte ottime e assai performanti. La tecnologia avanza a passi da gigante e gli hard disk sono sempre più evoluti e tecnologici. Quale scegliere tra tanta varietà?
Come funziona un hard disk esterno
Un hard disk esterno è un disco rigido montato dentro un contenitore che deve essere collegato a un computer fisso o portatile mediante l’interfaccia. Dentro un box di plastica rigida o di metallo c’è un comune disco rigido da 2,5 o 3,5 pollici. Un disco rigido è fatto da diversi dischi in metallo o ceramica impilati l’uno sull’altro e contenenti i dati da leggere.
Per leggere e scrivere sui dischi ci sono le testine che vengono abbassate o sollevate di frazioni di millimetro dalla superficie. Il disco gira in maniera velocissima e crea uno strato d’aria tra i piatti e le testine di lettura, per questo motivo si alzano di qualche micron. Le testine si muovono di lato e, quando l’hard disk esterno è spento, si spostano in un’area sicura.
È possibile sentire un clic quando si spegne il disco rigido e sono le testine che si parcheggiano in questa zona al riparo dai danni.
È molto importante preservare l’hard disk esterno dagli urti per non rovinare dischi e testine. Vi sono due tipi di dischi rigidi esterni meccanici, da 2,5 e da 3,5 pollici. I primi sono più piccoli, compatti e non richiedono alimentazione esterna.
Si connettono al computer tramite USB, FireWire, Thunderbolt o altre tipologie di porte e prendono la corrente direttamente dal computer stesso. I dischi rigidi da 3,5 pollici sono più grandi e possono avere una capacità molto maggiore rispetto agli altri. Sono più veloci e alcuni hanno diverse unità all’interno del box. Questo consente di configurarli in modalità Raid per avere prestazioni maggiori.
Fisso o portatile
Un hard disk esterno da 3,5 pollici con una grossa capienza richiede quasi sempre alimentazione di rete. Per questo vengono talvolta definiti come dischi rigidi esterni fissi, perché sono concepiti per rimanere accanto al computer desktop e non essere spostati. Il discorso cambia con gli hard disk portatili autoalimentati da 2,5 pollici, idonei ad essere trasportati e a funzionare come archivio di dati per laptop, tablet e smartphone.
Esistono diversi sistemi per memorizzare i file ma il più comune rimane sempre quello dell’hard disk esterno. All’interno i piatti sono ricoperti da un materiale magnetico per registrare i dati e vi sono dei vassoi che ruotano in maniera rapidissima. Le testine di lettura e scrittura si muovono sull’aria e gli HDD sono racchiusi da un guscio sigillato che li isola dalla polvere e dallo sporco.
Una particella minima di polvere potrebbe danneggiare irreparabilmente un hard disk esterno o interno.
Il sistema è abbastanza macchinoso ed è stato sostituito da un circuito elettronico montato su unità di memoria a stato solido chiamati SSD. Si tratta in sostanza di grandi schede di memoria con chip integrati di memoria flash. Funzionano come qualsiasi chiavetta USB o scheda SD ed hanno il vantaggio di non avere parti meccaniche in movimento. Non sono soggette quindi ad usura o rottura. Il funzionamento è semplice, velocissimo e sicuro.
Il problema è che le unità di memoria a stato solido sono ancora piuttosto costose e, a parità di spazio di archiviazione, sono più care rispetto a un hard disk esterno magnetico. Per questo sono usate soltanto in tagli piccoli anche perché molto grandi ancora non ne esistono. Se si desidera archiviare grosse quantità di dati bisogna fare affidamento su un hard disk esterno da 3,5 pollici con alimentazione di rete. Anche quelli portatili hanno uno spazio di archiviazione abbastanza limitato rispetto a quelli fissi.
Dettagli tecnici
Un computer funziona in modo binario, quindi memorizza i dati sotto forma di zero ed uno. Un hard disk esterno ha le testine di lettura e scrittura che generano un campo magnetico positivo o negativo e questi cambiamenti di polarità inducono una corrente nella testina che sarà trasformata da un convertitore analogico digitale in zero ed uno che possono essere letti dal computer.
I dati sono organizzati in cerchi concentrici che prendono il nome di tracce. La scrittura inizia dalla traccia zero e si sposta verso il centro. Il cilindro è l’insieme dei dati che si trovano sullo stesso binario ma su tracce differenti. La più piccola area che può occupare un file sul hard disk esterno si chiama cluster e prima del 2010 avevano una dimensione di 512 byte.
Oggi sono stati gradualmente aumentati fino a 4096 byte e questo permette di leggere i dati in maniera molto più sicura ed affidabile. La velocità di trasferimento di un hard disk esterno è la quantità di dati che si possono leggere o scrivere in un periodo di tempo generalmente pari ad un secondo.
Si misura in megabyte al secondo. La latenza è il tempo che c’è tra il momento in cui il disco trova la traccia e il momento in cui trova i dati da leggere o scrivere. Il tempo di accesso è espresso in millisecondi e rappresenta il tempo impiegato per rispondere a una richiesta di lettura o di scrittura.