Hard disk esterno di fascia media: caratteristiche e funzionalità

Le caratteristiche che identificano un hard disk esterno di fascia media sono tante. Analizziamo le più semplici e le più tecnologiche per cercare di capire come fare la scelta giusta quando si desidera comprare un prodotto del genere.

Un hard disk esterno di fascia media è alla portata di tutti

Quando c’è bisogno di un hard disk esterno di fascia media, la scelta è talmente ampia e variegata che ci si potrò sentire persi. Le aziende sono tantissime, ognuna meglio dell’altra e realizzano ogni anno prodotti sempre più performanti. È normale essere indecisi, soprattutto se non si è particolarmente esperti e ci si capisce poco nelle specifiche tecniche.

Cercheremo di renderle accessibili a tutti, spiegando con parole semplici che cosa significano quegli strani termini usati per classificare un hard disk esterno di fascia media. Sono i più gettonati, perché non esiste praticamente nessuno che non abbia un sistema di archiviazione esterno dove memorizzare backup del sistema operativo, file, fotografie e documenti.

Lo spazio nel proprio computer si esaurisce in un attimo, pertanto avere un disco rigido esterno è diventata una cosa normale per tutti.

I dischi rigidi esistono in due tipi di formati, autoalimentati e con alimentazione da rete elettrica. Di solito quelli autoalimentati sono da 2,5 pollici, sono un po’ più lenti ed hanno una capienza inferiore. Quelli che si alimentano dalla rete elettrica sono da 3,5 pollici, solitamente inclusi in un box abbastanza voluminoso. Si usano con il computer fisso messi in una postazione sicura al riparo da urti e calpestamenti vari. Oggi il prezzo di un hard disk esterno di fascia media è alla portata di tutte le tasche proprio grazie all’immensa diffusione che hanno questi dispositivi.

Specifiche tecniche

Entrando un po’ più nel dettaglio si vede che ogni hard disk esterno di fascia media è contraddistinto da alcuni valori, non sempre facilmente comprensibili. Tanto per cominciare la velocità di trasferimento è importantissima perché determina per l’appunto in quanto tempo i file saranno spostati dal disco al computer o viceversa. Si esprime in megabyte al secondo.

Il ritardo di rotazione è il tempo che c’è tra momento in cui il disco trova la traccia richiesta e quello in cui trova i dati. Viene comunemente chiamata latenza ed è importante che questo valore sia basso. Deve essere molto alto il valore che indica il tempo di accesso in millisecondi. Questo tempo è quanto ci mette il disco rigido per rispondere alla richiesta di lettura o di scrittura.

Ogni hard disk esterno di fascia media, così come i dischi rigidi interni, ha una cache, ossia una piccola quantità di memoria a cui accede per velocizzare le prestazioni.

Oggi si va da 32 a 128 MB con un guadagno abbastanza utile per questa quantità di memoria. A volte viene chiamata densità, altre volte numero di piatti, ad ogni modo più sono le testine di lettura che viaggiano sulla superficie dei piatti più rapidamente possono farlo. Le testine di solito sono distribuite su più piatti ed anche questo valore identifica la velocità di lettura e scrittura del disco rigido.

Un valore molto importante, anzi probabilmente il primo che viene guardato, è la capacità di memoria. Indica quanti gigabyte può contenere un hard disk esterno. Il taglio minimo di un HDD esterno oggi è di 1 TB, ovvero 1000 GB, ma ve ne sono anche di più piccoli, sebbene non siano molto usati.

La capacità e la velocità

Sono più utilizzati quelli più grandi e si può arrivare ad un massimo di 18 TB per formati da 3,5 pollici alimentati con la corrente. Un hard disk esterno di fascia media per essere autoalimentato deve essere meno capiente, altrimenti il computer non ce la può fare. La velocità di rotazione si misura in rpm ovvero rotazione al minuto.

I piatti ruotano a 7200 rpm quelli negli HDD da 3,5 pollici e 5400 rpm in quelli da 2,5 pollici.

Vi sono anche altre velocità e si possono superare i 10.000 rpm negli hard disk esterni super performanti. L’interfaccia è uno standard di connettività molto importante perché deve essere presente anche sul computer al quale verrà collegato l’hard disk esterno di fascia media. USB è la più comune di tutti ma ne esistono altri soprattutto nei computer di ultima generazione. Le interfacce più veloci sono Thunderbolt e USB 3.1.

Quest’ultima offre una velocità effettiva teorica di 600 MB/s sebbene sia vincolata dall’interfaccia interna del dispositivo. Lo standard del disco rigido interno è SATA, che offre velocità di 192 MB/s a differenza di SATA 2 che raddoppia la velocità e SATA 3 che arriva in teoria a 768 MB/s. Attualmente lo standard di un hard disk esterno di fascia alta è SAS che ha sostituito SCSI.

Una volta le prestazioni di un hard disk esterno di fascia media erano profondamente influenzate dal sistema operativo e dalla tipologia del computer. Si dovevano uniformare a quest’ultimo, dunque la velocità di trasferimento era inferiore a quella descritta dalle specifiche del prodotto. Anche oggi l’interfaccia interna limita il flusso dei dati e sono molti gli elementi che intervengono sulle prestazioni di un disco rigido esterno.

Ex tecnico hardware e software con studi di ingegneria informatica alle spalle, mi dedico da tempo alla scrittura on-line e sono in procinto di iscrivermi all’Ordine dei Giornalisti. Ho qualche anno di esperienza in diversi settori, ma la tecnologia e l’elettronica sono quelli che preferisco. Mi piace seguire l’evolversi di invenzioni e tenermi aggiornato sull’uscita di nuovi prodotti sul mercato.

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